mercoledì 5 novembre 2014

AGGIORNAMENTO

Un altro fattore da tenere sotto controllo con una dieta alimentare calibrata, è il livello di IGF1, ossia di insulina di tipo 1, che può essere abbassato in modo naturale riducendo il consumo di tutti quegli alimenti che alzano la glicemia come il pane bianco, la farina 00, le patate, lo zucchero, e via discorrendo. Lo stesso discorso vale per tutti i cibi ricchi di grassi saturi che aumentano la resistenza dell'insulina; per cui sarebbe opportuno evitare di mangiare quotidianamente carne rossa, latte e derivati, fritti, ecc. A questo punto non resta che arricchire la propria dieta di proteine, che riducono la disponibilità di IGF1, inserendo in ogni pasto almeno una razione di legumi, cereali, verdura e più pesce che carne. Abbiamo svolto diversi studi, e oltre a un'evidente diminuzione di peso, sono stati incoraggianti, un generale miglioramento della condizione psico-fisica e una conseguente diminuzione di rischio di recidive., attraverso modificazioni della dieta. Tutto questo perché credo profondamente che la medicina, oltre a investire risorse e sforzi nelle nuove tecnologie e nei farmaci, sempre più costosi sia per l'intero sistema sanitario che per i cittadini, debba cercare di condurre l'uomo a una visione lungimirante basata sulla prevenzione, perché in fondo, lo scopo di ogni medico è quello di avere pazienti sani! .





L'invecchiamento e la sua associazione con la perdita della attività funzionale è diventato attualmente un argomento di estrema importanza; questo è in parte dovuto al drammatico incremento della spettanza di vita a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni. Durante la seconda metà del XX° secolo vi è stato, infatti, un aumento della media della spettanza di vita di 20 anni e, secondo le previsioni, nel 2050 tale media dovrebbe salire di altri 10 anni . In particolare, il nostro Paese risulta essere uno dei più vecchi del mondo: a questo fenomeno demografico hanno contribuito senza dubbio il miglioramento della nutrizione, dei servizi sanitari, dell'assistenza medica, dell'occupazione . Affrontare questi cambiamenti demografici sarà una delle maggiori sfide per il XI° secolo. L'invecchiamento di per sé non è una malattia, ma è visto da molti come una raccolta di malattie che porta a disabilità e progressiva dipendenza dagli altri. Una vera terapia anti-aging dovrebbe rispondere ai seguenti requisiti: a) modificare il processo di invecchiamento o i suoi effetti diretti; b) promuovere una continuità del buon stato di salute o ridurre la disabilità; c) non essere indirizzata ai soli sintomi dell'invecchiamento; d) produrre una longevità che non si limiti solo ad un mero prolungamento dello stato di fragilità .

E' per questo motivo che la priorità nel futuro della ricerca sull'invecchiamento, dovrebbe essere data alla costruzione delle basi per un glorioso periodo di "Successful Aging" a cui noi tutti, indiscutibilmente, vorremmo poter accedere! Studi condotti presso il National Institute of Aging ci indicano che la migliore medicina anti-aging si basa su una sana nutrizione, esercizio fisico, continua attività mentale, coinvolgimento sociale, moderato uso di alcool, non fumo, mantenimento di un sano ambiente, assistenza sociale, e regolari controlli medici. In questo modo potrebbe ridursi il numero degli anni di disabilità e di fragilità che un anziano è costretto a spendere, mantenendo il suo stato di indipendenza il più a lungo possibile. Purtroppo però, l'uomo adulto è disposto più ad assumere farmaci che a modificare il suo errato stile di vita, frutto delle abitudini precedentemente instaurate. E' necessario dunque una educazione sanitaria ed alimentare già dai primissimi anni di vita.
Per raggiungere l'obbiettivo del "Successful Aging" comunque, è indispensabile conoscere meglio il processo di invecchiamento mentre finora, purtroppo, pur essendo multiple le teorie - più di 300 secondo Mevdevev, 1990 -, non vi è stata una sicura risposta alle eterne domande che l'Uomo si è da sempre posto: "Perché invecchio?; che cosa devo fare per non invecchiare?"

LA TEORIA NEUROENDOCRINA DELL'INVECCHIAMENTO

Tra le innumerevoli teorie dell'invecchiamento, la teoria neuroendocrina considera tale processo quale espressione di un progressivo squilibrio funzionale del sistema neuroendocrino. Molti ormoni circolanti, infatti, diminuiscono con l'età . Pur non essendo ancora chiara la ragione di tale declino, nell'ultima decade vi è stato un grande entusiasmo da parte dell'opinione generale per quanto riguarda il ruolo degli ormoni ad effetto anti-aging, visti quasi come la "fontana della giovinezza". L'entusiasmo era stato supportato scientificamente dai risultati della ricerca sulla terapia sostitutiva ormonale per la prevenzione della sarcopenia, la fragilità e il declino dell'attività funzionale. Studi condotti negli animali di laboratorio sottoposti a terapia ormonale sostitutiva infatti, avevano dimostrato un aumento della sintesi proteica, e una stimolazione del metabolismo, della crescita e della funzione dei vari organi e tessuti.

Quali sono gli ormoni implicati? E' stato dimostrato che l'invecchiamento è accompagnato dalla diminuizione dei livelli dell'ormone luteinizzante (LH), follicolo-stimolante (FH), assieme alla diminuizione dei livelli di testosterone sierico nell'uomo e dell'estradiolo sierico nella donna. Non ci sono modificazioni nell'ormone adrenocorticotropico (ACTH) plasmatici e le concentrazioni di cortisolo, ma le concentrazioni di DHEA (deidroepiandrosterone) e DHEA-S (deidroepiandrosterone solfato), diminuiscono con l'età: . Inoltre vi è diminuizione sia del GH (Growth hormon) sierico che dell'IGF-I (Insulin-like growth factor)(8) e della melatonina.

GLI ORMONI COSI' DETTI "ANTI-AGING"

Gli ormoni da alcuni considerati "ormoni della giovinezza"e che hanno suscitato parecchi entusiasmi, sarebbero comunque tre: 1) Melatonina; 2) Ormone della crescita (GH); 3) Deidroepiandrosterone (DHEA);
1) Melatonina: è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale. Esso presenta evidenti fluttuazioni circadiane con i più alti livelli durante la notte ed i più bassi valori durante il giorno . Dato che l'età avanzata è caratterizzata da un deterioramento dei ritmi circadiani, era stato suggerito che la melatonina potesse avere degli effetti benefici in termini di invecchiamento . Infatti, la perdita di melatonina in tarda età, soprattutto dopo i 75 anni , conduce a disturbi a livello del pacemaker circadiano, causando una varietà di crono-patologie che porta al generale deterioramento dello stato di salute. Un lavoro appena pubblicato , indica la melatonina addirittura come un'utile terapia nel rallentare la normale senescenza del cervello e nelle malattie neurovegetative. In alcuni paesi (USA, Argentina, e Polonia), la melatonina è in commercio sotto forma di farmaco e quale agente "ringiovanizzante", mentre in Italia non è considerato un farmaco ma solo un integratore alimentare. Negli anni '80 ed inizi '90, gli esperimenti di laboratorio avevano dato dei risultati sorprendenti. La somministrazione notturna di acqua contenente melatonina, aumentava la longevità dei ratti e li ringiovaniva . Finora, comunque, il ruolo della melatonina nell'invecchiamento non è del tutto chiara ma, essendo un ormone anti-ossidante, la sua perdita con l'età potrebbe contribuire all'incidenza o severità di alcune malattie età-correlate . Gli studi condotti non permettono di affermare per ora che la melatonina abbia un effetto anti-aging; pare, comunque, che alcuni effetti benefici sull'invecchiamento siano riconosciuti come ad esempio, sul sonno, stimolazione delle difese immunitarie e capacità anti-ossidante. La terapia a base di melatonina sembra essere poi, del tutto priva di effetti collaterali.


Il pregnenolone è un prodotto metabolico naturale del colesterolo estremamente versatile ed è il precursore degli ormoni sessuali (estrogeni, progesterone e testosterone) e surrenalici (cortisolo, DHEA e aldosterone) coinvolti nella reazione allo stress.
La sintesi di pregnenolone, come quella degli ormoni che da esso derivano, degli ormoni tiroidei, della melatonina e dell’ormone della crescita, diminuisce con l’avanzare dell’età. Questo fenomeno determina la perdita di equilibrio tra le varie funzioni ormonali, contribuendo al processo di invecchiamento e all’insorgenza delle patologie correlate.
Le più recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato che il ripristino dell’armonia ormonale giovanile è una strategia fondamentale per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita. Tale strategia può essere perseguita migliorando lo stile di vita (dieta, attività fisica, controllo dello stress ecc.) e attraverso la somministrazione di dosi fisiologiche di ormoni bioidentici (ormoni di derivazione vegetale con la stessa formula chimica degli ormoni prodotti dal corpo umano). Il pregnelonone puo'aiutarci a invecchiare in modo più salutare.
A livello corporeo significa prendere coscienza di tutte le sensazioni del tuo corpo cioè se sei teso e dove, contratto, il ritmo del respiro, il battito cardiaco, ecc.
A livello emozionale, come ho già illustrato nel precedente articolo, renderti conto delle emozioni e chiederti il motivo per cui sperimenti determinate emozioni.
A livello mentale osservare i pensieri più frequenti, le fantasie, i ricordi, le immagini. Arrivare quindi ad essere cosciente di qual’è la tua attività interiore, entrare in contatto con essa ed iniziare quindi il processo di trasformazione.
Obiettivo della medicina Anti-Aging è il riequilibrio della funzionalità di questa rete, mediante la ricerca e la correzione di tutti i fattori di rischio e dei danni già presenti la cui immediata conseguenza è:
il miglioramento della qualità della vita
la riarmonizzazione della propria immagine
la prevenzione dei danni che derivano dall’invecchiamento generale e che possono indurre malattia
Il metabolismo dipende dal sistema endocrino costituito da 8 ghiandole principali che producono una serie di sostanze chiamate ormoni (ipofisi, ghiandola pineale, tiroide, paratiroidi , surreni, pancreas, ovaio, testicoli) e 4 ghiandole ancillari che producono ormoni e sostanze simili agli ormoni ( stomaco, fegato, reni e la pelle).
Gli ormoni regolano molte funzioni nel nostro organismo: circolazione, digestione, sistema immunitario, sistema nervoso, sistema riproduttivo, funzionalità renale, equilibrio psichico. Anche il peso, l’altezza e la forza di una persona sono controllate dal sistema endocrino.
Le diverse ghiandole lavorano come una “singola unità”. Per esempio un’alterazione a livello ovarico si rifletterà sulla funzionalità tiroidea, su quella surrenalica e sulla pelle; uno scompenso paratiroideo provocherà danni a livello osseo e a livello tiroideo e questo si rifletterà sul corretto funzionamento ovarico e sulla pelle, e così via.
Una piccola anomalia in una di esse determinerà un’anomalia nell’intero sistema: il segreto è l’equilibrio. Condizione che sembra essere diventata un’utopia visto il nostro attuale modello di vita frenetico e per nulla rispettoso dei semplici bisogni fisiologici (pasti rapidi e frugali, ritmi di lavoro estenuanti, pochi momenti di relax)
Se il metabolismo è alterato l’intero organismo si troverà in uno stato di disequilibrio con aumento dei processi di invecchiamento generale e cutaneo.
I processi individuali di invecchiamento analizzabili sono:
profilo di ossidazione (produzione di radicali liberi)
presenza di metalli pesanti e altre sostanze tossiche
profilo molecolare immunitario
profilo molecolare infiammatorio
profilo molecolare di neurotrasmissione
profilo molecolare endocrino

La conoscenza precisa delle alterazioni biologiche presenti permette di istituire dei programmi di trattamento personalizzati che mirano al riequilibrio dell’intero organismo.
Provate ad immaginare ora cosa può succedere al vostro organismo se da subito riduciamo tutti i fattori di rischio, ripariamo le alterazioni già presenti, rinforziamo i suoi sistemi di difesa naturali, seguiamo una alimentazione equilibrata con un corretto stile di vita.
L’ipotesi è quella di rallentare il metabolismo e lo sviluppo di alcuni ormoni legati allo sviluppo fisico: l’ormone della crescita e l’Igf (fattore di crescita insulino simile) scientificamente chiamato somatomedina

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